L’associazione italiana, nasce a Bologna nel 1994 grazie all’iniziativa di un gruppo di medici che si incontrano e confrontano a Bruxelles durante un congresso dedicato alla chirurgia DAY SURGERY.
In Italia in tale periodo erano sorte diverse strutture sanitarie private provviste di una o più sale operatorie dedicate a quelle procedure chirurgiche, anche in anestesia generale, che prevedevano la dimissione del paziente entro poche ore dall’intervento.
Tali strutture completamente autonome, allestite in base alla normativa allora vigente, non risultavano quindi inserite all’interno di Case di Cura o Ospedali come unità funzionali.
Nel corso degli anni, numerose sono state le iniziative che l’associazione ha dovuto intraprendere per difendere il diritto a lavorare in condizioni di sicurezza ed adeguatezza in un settore ancora privo di normative chiare.
Nel 1997, dato il crescente numero di strutture ormai attive in Italia e la mancanza di linee guida ufficiali riguardanti l’attività chirurgica extraospedaliera a ricovero breve, il Ministero della salute decise di inasprire le sanzioni sulla vendita dei farmaci ad uso ospedaliero (fra cui ogni genere di anestetico) da parte delle farmacie, in quanto l’AIFA ne prevedeva la possibile acquisizione esclusivamente per ospedali e Case di Cura. Tale disposizione riguardava esclusivamente le strutture private, per cui AIUDAPDS si mosse nelle opportune sedi istituzionali per sanare il conflitto fra autorizzazione ad effettuare anestesie generale e divieto all’acquisizione dei farmaci necessari, ottenendo l’equiparazione come strutture “affini” a ospedali e case di cura degli istituti privati di day surgery nell’ambito della norma sulla vendita dei farmaci di fascia H (ospedalieri) dell’AIFA.
Nel 1999, nell’ottica di dare corpo a normative chiare nell’ambito della chirurgia a ricovero breve, modello organizzativo che ormai si era imposto in modo rilevante anche nel SSN, il Dr. Celli, membro del consiglio direttivo AIUDAPDS, insieme ad un ristretto gruppo di colleghi si rivolge all’allora Min. Veronesi che propone una Commissione di esperti per definire delle Linee guida a livello nazionale.
La Commissione Parlamentare con a capo il Dr. Celli come presidente, elabora un Documento di Accordo Stato-Regioni che stabilisce come “Le attività di day surgery sono organizzate e svolte con modalità che assicurano condizioni di sicurezza non minori rispetto a quelle proprie della chirurgia ordinaria e che riducono il disagio connesso all’intervento. Lo sviluppo delle attività di day surgery si inserisce nell’ambito del processo di razionalizzazione della rete ospedaliera e di miglioramento dell’accessibilità alle prestazioni sanitarie. Le Regioni e le Province autonome definiscono le modalità organizzative per le attività di day surgery sulla base di tre modelli:
- posti letti dedicati nell’ambito delle unità di degenza ordinaria presenti nelle strutture di ricovero ordinari
- unità di day surgery, monospecialistica o plurispecialistica. Viene sancita in tal modo ufficialmente l’esistenza dei Day Surgery e ne vengono definite le Linee Guida organizzative e di qualità.
- presidio autonomo di day surgery (centro chirurgico di day surgery), costituito da una struttura, pubblica o privata, dedicata all’erogazione di ricoveri a ciclo diurno”
Tale documento è stato presentato alla conferenza Stato e Regioni del 2002 costituendo un riferimento sul quale ogni Regione ha deliberato autonomamente normative sanitarie, al fine di garantire a tutte le strutture in possesso dei requisiti previsti di operare in modo funzionale e nel rispetto delle condizioni di sicurezza e adeguatezza.
Nel 2018 La Regione Lombardia ha introdotto, unica in tutta Italia, il divieto al pernottamento dei pazienti operati presso i presidi extraospedalieri privati di Day Surgery. Questa associazione, ritenendo illegittimo tale provvedimento, ha fatto ricorso presso il TAR Lombardia ottenendo una sentenza favorevole.
Riconoscendo tale illegittimità la Regione ha predisposto una nuova normativa che ne dispone regole e fattibilità.
Grazie all’impegno costante di molti professionisti del settore e dell’Associazione, si è riusciti a far riconoscere l’esistenza e l’utilità di queste strutture extraospedaliere private a ricovero breve (Day Surgery) che tuttora alleggeriscono le strutture a ricovero ordinario, soprattutto dopo il taglio dei posti letto degli ultimi sei anni.
Bisogna tener presente inoltre che trattandosi di imprese private, ogni DAY SURGERY rappresenta un’impresa che offre lavoro e professionalità a molte persone oggi come sempre, fondamentale a livello sociale.
Collegarsi in rete e contribuire alla difesa del lavoro svolto in queste strutture, permette di regolamentare sempre più l’attività dei Day Surgery e dei centri di Chirurgia Ambulatoriale sul territorio regionale e nazionale.